mercoledì 6 maggio 2015

Favole e realtà

" Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono.
  Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini
  che i draghi  possono essere sconfitti."
  ( Gilbert Keiyh Chesterton )

giovedì 30 aprile 2015

Citazione

"Se riesci a far innamorare i bambini di un libro
di due, di tre, cominceranno a pensare che leggere è
un divertimento. Così, forse, da grandi diventeranno lettori.
E leggere è uno dei piaceri e uno degli strumenti più grandi
e importanti della vita."
R. Dahl

martedì 21 aprile 2015

martedì 14 aprile 2015

Le avventure di Pinocchio

Il successo di Pinocchio è stato costante per tutto il tempo che ci separa dalla sua prima apparizione, tanto da attribuire al piccolo burattino una vita propria indipendente dal testo che lo ha fatto nascere. Questa sua autonomia è dovuta all’enorme forza narrativa del romanzo che al suo interno mescola sorprendentemente diversi elementi fiabeschi in uno sfondo di simboli nascosti, ed evoca situazioni e figure misteriose che si confrontano con la realtà e la quotidianità del mondo contemporaneo incentrato sul lavoro e sulla miseria ma anche sulla durezza nei rapporti tra gli uomini. Diventa un vero e proprio romanzo di formazione, all’interno del quale Collodi indugia riflessioni e raccomandazioni di tipo moralistico narrando quindi le avventure del burattino di legno, che trasgredisce ai suoi doveri verso il babbo Giuseppe, non ascolta i saggi consigli del Grillo parlante e si lascia corrompere continuamente dai cattivi compagni. Questi, infatti, rappresentano simbolicamente i valori etici tipicamente borghesi che venivano trasmessi, come ad esempio il duro lavoro, l’invito allo studio, il risparmio e la diffida da ogni piacere. L’intento educativo di questa lettura sembra voler dimostrare come nonostante tutto si possa trovare sé stessi e acquisire un’identità sociale positiva, nel momento in cui riusciamo a superare l’incoscienza del burattino che è in ognuno di noi, ci impegniamo nel lavoro e rispettiamo l’ordine e i ruoli sociali. Il racconto però, fa una netta distinzione tra i bambini perbene e che quindi hanno diritto d’amore e coloro invece che non adempiono ai loro doveri, ed è a questo punto che possiamo formulare due ipotesi: stando alla prima, la vicenda che ci viene narrata, anche se pur dolorosa, è necessaria nel percorso formativo di ciascuno di noi perché durante la crescita abbandoniamo quei tratti prettamente infantili per assumere responsabilità adulte e quindi tutte quelle figure educative che si susseguono lungo la storia agiscono positivamente al fine di favorire la crescita e la trasformazione di Pinocchio. Se invece prendiamo in considerazione la seconda ipotesi, il burattino non si trasforma ma al contrario uccide e rinnega il proprio sé per essere accettato all’interno della società; ed è facile vedere come gli adulti che circondano lo stesso  Pinocchio manchino  di comprensione per i suoi bisogni emotivi e di empatia per i suoi desideri che seppur egocentrici ed irresponsabili sono quelli di un bambino comune che deve sperimentare la comprensione e il richiamo della realtà. 

giovedì 9 aprile 2015

Hansel e Gretel

La fiaba di Hansel e Gretel mette in evidenza quelle che sono le fragilità e le paure dei bambini, ovvero il loro tentativo di aggrapparsi ai genitori anche quando è arrivato il momento di affrontare da solo il mondo. Questo tipo di paure sono spesso presenti all'età di 4/5 anni ma possono presentarsi in modo inconscio anche in tutte le altre età. Nel fanciullo per esempio, può essere fonte di incoraggiamento quando a livello inconscio ha timore di mostrare la paura di essere abbandonato dai genitori. Nella narrazione emerge quindi, la necessità  di superare l’angoscia di separazione e il bisogno di oralità, ovvero l’infatuazione dei bambini per la casa di marzapane. Per quanto riguarda quest’ultima la ghiottoneria sfrenata dei due bambini diventa quasi distruttiva e l’stinto non lascia spazio alla riflessione. Alla fine però, i due ne escono vittoriosi riuscendo a sconfiggere il nemico, ovvero la strega che rappresenta il cieco istinto, superandolo e dominandolo. 

mercoledì 1 aprile 2015

Lévi-Strauss e l'interpretazione

Oggi riporto una citazione significativa di Lévi-Strauss che potrà esservi utile " Nelle fiaba, ma ancor più nei miti, le parole e le regole del discorso operano su due piani: il primo e quello del significato cosiddetto "normale", che si coglie seguendo la narrazione; il secondo è quello del meta-linguaggio, dove le parole diventano " elementi di significazione, in relazione a un sistema significativo supplementare, che si situa su un altro piano". Diremo per chiarire questa tesi, che in una fiaba un "re" non è soltanto re e una "pastora" pastora, ma che queste parole e i significati che esse rivestono diventano mezzi sensibili per costruire un sistema intellegibile formato dalle opposizioni maschio/femmina ( rapporto della natura ) e alto/basso ( nel rapporto della cultura ) e da tutte le permutazioni possibili tra i sei termini ".  

martedì 24 marzo 2015

Alice nel paese delle meraviglie

Questa fiaba venne scritta appositamente per una bambina di nome Alice Liddell da Lewis Carrol, essa racchiude molti significati profondi all’interno degli scenari fantastici in cui si sviluppa, i personaggi difatti spesso manifestano elementi di carattere psicopatologico. Alice per esempio viene ritratta come una bambina disambientata che è alla continua ricerca della propria identità, al riparo dai proibizionismi dell’età vittoriana e anche le risposte che quest’ultima riceve dal brucaliffo e dallo stregatto nascono dal solo desiderio di contraddire la piccola, dettato dai divieti della società. In un certo senso è come se la libertà di Alice fosse pienamente minacciata e limitata dal rigore morale che la società le impone ed è per questo motivo che le conversazioni che essa avrà non hanno senso, questo perché non riesce ad entrare nel meccanismo dell’obbedienza. Il suo viaggio si interrompe solo quando viene a contatto con la legge, perché placa quelli che sono gli istinti e le manie della sua immaginazione costringendola a tornare alla severa e rigida realtà.

mercoledì 18 marzo 2015

Il potere delle narrazioni

Dopo alcuni post in cui mi sono dedicata a far emergere i significati nascosti di alcune fiabe ora interrompiamo un po' per soffermarci sull'importanza che rivestono. Il loro messaggio aiuta a superare l'angoscia di essere bambini in un mondo di grandi, essi infatti solo affrontando le sfide della vita e superandole potranno arrivare a raggiungere la propria indipendenza e realizzazione, proprio come l'eroe ottiene il suo regno e la sua felicità dopo aver vinto le battaglie che si presentano durante il cammino. Il grande successo della letteratura per bambini risiede nel fatto che utilizza e parla il loro stesso linguaggio quale quello della fantasia, questo permette al bambino l'identificazione con i personaggi e la piena partecipazione emotiva al racconto.

giovedì 12 marzo 2015

Il linguaggio del cibo nelle fiabe

Oggi vorrei spostare l’attenzione in qualcosa di più particolare come può essere il significato che il cibo assume nelle diverse narrazioni. Il pranzo infatti, non è un semplice atto durante il quale ci si alimenta ma è un vero e proprio linguaggio, le fiabe sottolineano l’importanza che la gastronomia ha nei giorni di festa e nelle grandi occasioni tanto che ogni evento importante è caratterizzato da un ricco e sontuoso banchetto. Il pranzo era anche il momento in cui venivano messi alla prova le disponibilità finanziarie dei personaggi e le loro capacità fisiche, ovvero per chi mangiava di più. Il cibo infatti non è solo una sostanza da mangiare ma implica anche immagini, scelte, tabù, valori e sogni; ed è di conseguenza il modo attraverso il quale una società traduce le proprie inclinazioni e le proprie segrete contraddizioni. Un esempio che è facilmente riscontrabile in molte narrazioni è che il momento del pranzo è anche un modo per sottolineare come la società sia un ordine basato sulla differenza, il posto a tavola difatti è indice del grado di potere della persona e quindi di conseguenza la sua lontananza o vicinanza al padrone di casa. Inoltre, la tavola nelle fiabe è anche un luogo di punizione e di incidenti, nella “Bella addormentata nel bosco” la principessa rischia di morire per un posto che non era stato segnato a tavola, o ancora nella fiaba de “Il monte d’oro” il re utilizza un mantello che rende invisibili le cose per far sparire le vivande e punire la moglie.

mercoledì 4 marzo 2015

Le mille e una notte

Le mille e una notte rappresenta la miglior testimonianza del potere che possiedono le fiabe di trasformare la nostra personalità, anche quando infatti nell'animo del re Shahriyar prevale l’odio omicida, il coraggio di Shahrazad di rischiare la propria vita per un imperativo morale, lo trasforma in amore duraturo. Il significato che si cela dietro a questa fiaba quindi, sarebbe di tipo freudiano ed è incarnato nei due personaggi che rappresentano le pulsioni contrastanti all'interno di noi che, se non riusciamo ad integrare, ci portano alla distruzione. Il re Shahriyar è disgustato dalla vita e pieno di odio per le donne, è quindi una persona dominata dalle pulsioni distruttive dell’Es. Shahrazad al contrario, si identifica con l’Io possedendo qualità come conoscenza, saggezza, memoria e prudenza; un Io che però è strettamente legato al Super-Io poiché ella è disposta a mettere a rischio la propria vita per ubbidire alla morale. Soltanto la persona il cui Io abbia imparato ad attingere alle energie positive dell’Es per i suoi fini costruttivi può controllare le tendenze omicide dell’Es.




venerdì 27 febbraio 2015

Cappuccetto Rosso

Oggi ci occupiamo di un’ altra fiaba molto conosciuta nelle versioni di Charles Perrault e dei fratelli Grimm ovvero quella di Cappuccetto Rosso. Narra di una bambina che si reca dalla nonna ammalata per portale un cestino di vivande ma che nel suo percorso incontra il lupo, che con estrema furbizia riesce a farsi dire dove abita la nonna e a precedere la piccola nell'arrivo a casa di quest’ultima. Molti sono i significati che si nascondono dietro questa fiaba, la dolce bambina infatti rappresenterebbe il simbolo della prostituzione come dimostrerebbe la mantella rossa che indossa, colore che in Francia nel XVII secolo identificava le prostitute o in alternativa potrebbe rappresentare il monarca. Altri elementi significativi riguardano l’entrata nel bosco della bambina che rappresenterebbe l’arrivo della pubertà e il personaggio del lupo che identifica l’uomo, ovvero il predatore sessuale, dal quale la bimba deve riguardarsi; non a caso proprio nella morale si evince come l’autore inviti le giovani di buona famiglia a non dare confidenza agli sconosciuti. Un ulteriore figura su cui ci soffermiamo è quella della nonna che da buona viene improvvisamente sostituita da quella del lupo che minaccia la bambina. Questo espediente, ovvero quello di scindere la persona in due per mantenere intatta la sua immagine buona è usata molto perché di solito i bambini tendono ad utilizzarla per affrontare situazioni difficili o contraddizioni. Lo stesso vale per quanto riguarda l’elemento maschile che è pressoché assente nella narrazione, il padre infatti si presenta come lupo incarnando quelli che sono i pericoli, e come cacciatore assolvendo ad una funzione protettiva e salvatrice. Ciò che ne emerge è che il bambino può arrivare a controllare quelli che sono i suoi sentimenti contraddittori senza esserne sopraffatto e compromettere i suoi rapporti familiari.

giovedì 19 febbraio 2015

La bella addormentata nel bosco

Tra le favole più note e celebri troviamo sicuramente “La bella addormentata nel bosco”.
 La versione maggiormente conosciuta di questa fiaba è quella scritta dai fratelli Grimm che corrisponde a quella della Disney almeno fino al risveglio della principessa. Esiste però, una versione originale e precedente a quella dei fratelli Grimm, ovvero quella scritta da Giambattista Basile. Questa favola è sicuramente più dark delle successive ed è caratterizzata da aspetti ed elementi molto cruenti, la fanciulla infatti , viene deflorata mentre è ancora addormentata dal principe, il quale la violenta e la mette incinta. La ragazza si risveglierà solo il giorno in cui partorirà il proprio bambino.Per lo psicologo Bruno Bettelheim però, non mancano significati latenti anche nella favola scritta dai fratelli Grimm; ad uno sguardo più attento infatti è possibile secondo lui identificare figure importanti e momenti particolari della vita. La fata che lancia la maledizione potrebbe impersonificare il menarca o ancora, la scena in cui la fanciulla muore mentre si punge rappresenta la fine dell’adolescenza, mentre il bacio del principe starebbe a significare l’entrata nell’età adulta.